Redazione Clinical Practice
La miastenia gravis (MG) è una malattia autoimmune della giunzione neuromuscolare caratterizzata da debolezza muscolare e affaticabilità. Nella maggior parte dei pazienti si riscontrano anticorpi diretti contro il recettore dell’acetilcolina (AChR) o verso la tirosina chinasi muscolo-specifica (MuSK). Tuttavia, nel 10-15% dei casi, i test sierologici disponibili risultano negativi, configurando la cosiddetta miastenia gravis sieronegativa (SNMG). Questa condizione rappresenta una delle sfide diagnostiche più complesse nella pratica clinica neurologica, spesso causa di ritardi terapeutici e diagnosi errate.
Nel 2024 si è tenuto nei Paesi Bassi il 275° Workshop Internazionale ENMC (European Neuromuscular Centre) con la partecipazione di esperti europei di MG adulta e pediatrica e rappresentanti dei pazienti. L’obiettivo principale era ridefinire l’approccio diagnostico e terapeutico alla SNMG alla luce delle più recenti evidenze scientifiche.
Tra i punti centrali emersi, è stata ribadita l’importanza della ricerca anticorpale avanzata in questa malattia: i test su cellule (cell-based assays, CBA), soprattutto quelli a cellule fisse (fixed-CBA) e live-CBA, mostrano una sensibilità superiore rispetto ai metodi tradizionali (RIPA, ELISA), permettendo di identificare autoanticorpi a bassa affinità e riducendo così il numero dei casi realmente sieronegativi.
Un altro tema chiave è stato quello della diagnosi differenziale, in particolare rispetto alle sindromi miasteniche congenite (CMS), spesso indistinguibili sul piano clinico ma di natura genetica e non autoimmune. In tali casi, la risposta agli inibitori della colinesterasi o ai trattamenti immunosoppressivi può essere assente o addirittura peggiorare i sintomi, rendendo essenziale una valutazione genetica mirata.
Per quanto riguarda la gestione terapeutica, nonostante la scarsità di studi controllati, le evidenze disponibili suggeriscono che i pazienti SNMG possano beneficiare dei trattamenti immunosoppressivi convenzionali (prednisolone, azatioprina, micofenolato), con un profilo di risposta simile a quello dei pazienti sieropositivi. Le terapie biologiche, come rituximab, mostrano risultati promettenti, soprattutto nei casi refrattari, mentre l’impiego di nuovi agenti come gli inibitori del recettore Fc neonatale o del complemento resta ancora oggetto di indagine, data la scarsità di dati clinici disponibili. Infine, il workshop ha evidenziato la necessità di standardizzare i percorsi diagnostici e di creare una rete internazionale di laboratori di riferimento per migliorare l’accesso ai test CBA.
È stato anche condiviso un algoritmo diagnostico aggiornato per la gestione della SNMG, volto a ridurre la variabilità clinica e a favorire una diagnosi più tempestiva e accurata.
L’approfondimento di questi temi – e di altri aspetti clinici e diagnostici emersi dal workshop – è stato curato da Lorenzo Maggi, Responsabile della SC Neurologia 4 - Neuroimmunologia e malattie neuromuscolari della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, che ha sintetizzato i dati del lavoro di Amelia Evoli et al., 275th ENMC International Workshop: Seronegative Myasthenia Gravis – An Updated Paradigm for Diagnosis and Management (9–11 febbraio 2024, Hoofddorp, Paesi Bassi), pubblicato su Neuromuscular Disorders nel 2024.
L’articolo completo è consultabile sulla piattaforma Braincity, dove è disponibile anche un video commento del Dott. Maggi a integrazione dell’approfondimento.
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