Paziente anziano con scompenso cardiaco

Paziente anziano con scompenso cardiaco

Lo scompenso cardiaco rappresenta una delle principali sfide sanitarie nella popolazione anziana, con una prevalenza in costante aumento con l’età e un impatto rilevante in termini di morbilità, ricoveri ospedalieri e costi per il sistema sanitario

Introduzione

Nel quinto e ultimo Talk Show FAD del Progetto formativo A piccoli passi: il ruolo del medico di medicina generale nella cura del paziente anziano, promosso dal Provider ECMClub con il supporto non condizionante di Bayer, il Dott. Cesare Liberali, Medico di Medicina Generale e il Dott. Flavio Tangianu, Specialista in Medicina Interna, hanno affrontato il tema: La gestione del paziente anziano con scompenso cardiaco.
I cinque Talk Show saranno online fino al 31.12.2025, con un totale di 27 ore formative e 40.5 crediti complessivi.

Scompenso cardiaco nel paziente anziano - Cesare Liberali

Lo scompenso cardiaco (SC) rappresenta la principale causa di ricovero ospedaliero tra gli over 65, in quanto la sua prevalenza aumenta significativamente con l’avanzare dell’età rispetto ai pazienti più giovani. Per questo è considerato un problema di salute pubblica di enorme rilievo. In Europa si calcola che l’1% della popolazione adulta sia affetta da SC. La prevalenza aumenta con l'età: da circa l'1% nell’età < 55 anni, fino a superare il 10% nei pazienti con età pari o superiore a 70 anni. In Italia sono circa 600.000 pazienti a soffrire di SC e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età.

La prognosi dei pazienti con SC è indifferente dalla tipologia di esso (che sia a bassa frazione di eiezione o a frazione d'eiezione conservata) e non si modifica neanche con la significativa efficacia dei provvedimenti terapeutici che il nuovo corso della medicina ha messo in atto. Il problema fondamentale è che l’accesso ai trattamenti in questa età è limitato da fattori clinici (comorbidità e fragilità) e da una limitata prospettiva prognostica.
L’impatto di questa patologia sul SSN è importante in quanto la frequenza delle ospedalizzazioni e le complicazioni in seguito alle ospedalizzazioni aumentano la spesa, e inoltre il peggioramento della disabilità limita, oltre a quella degli stessi pazienti, anche la qualità di vita dei familiari e di coloro che se ne prendono cura.

Come può incidere il MMG nella cura dello scompenso cardiaco?

Il MMG può incidere in modo significativo attraverso:

  • la diagnosi precoce della malattia
  • l’educazione del paziente a uno stile di vita corretto
  • il monitoraggio regolare del peso corporeo
  • la sorveglianza dei sintomi di peggioramento
  • l’avvio tempestivo della terapia e il suo adeguamento precoce
  • il controllo costante dei parametri clinici rilevanti.

Diagnosi e trattamento

Diventa quindi necessaria una diagnosi precoce, una prevenzione delle diverse patologie che favoriscono l’insorgenza della disfunzione ventricolare insieme alla cura delle comorbidità esistenti. Lo SC è ancora una di quelle malattie in cui la clinica, intesa come un’accurata anamnesi e un attento esame obiettivo, può fare davvero la differenza.

Quali esami richiedere?

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L’ecocardiografia cardiaca è importante perché permette di classificare lo SC in base a tre categorie: SC con frazione di eiezione lievemente ridotta (HFmrEF), SC con frazione di eiezione preservata (HFpEF), e SC con frazione di eiezione ridotta (HFrEF).

Educazione del paziente anziano con SC

Accanto al trattamento farmacologico, l’educazione terapeutica del paziente anziano riveste un ruolo cruciale nella gestione dello scompenso cardiaco. È fondamentale promuovere l’adozione di uno stile di vita sano, che comprenda:

  • un’alimentazione equilibrata e povera di sodio
  • il controllo regolare del peso corporeo
  • un’attività fisica compatibile con le condizioni cliniche
  • l’astensione dal fumo e dal consumo di alcol.
    Questi interventi comportamentali contribuiscono a migliorare l’aderenza alla terapia, a prevenire le riacutizzazioni e a mantenere una buona qualità di vita. L’educazione deve coinvolgere anche i caregiver, affinché possano supportare il paziente nel monitoraggio quotidiano e nel riconoscimento precoce di eventuali segni di scompenso.

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La telemedicina può supportare il medico nell’implementazione ottimale della terapia e nel follow-up, favorendo un’assistenza multidisciplinare integrata, in collaborazione con specialisti e personale infermieristico.

Perché parlare di scompenso cardiaco nell’anziano? - Flavio Tangianu

Affrontare il tema dello SC nell’anziano è una necessità clinica, poiché l’età avanzata è associata a una maggiore incidenza della patologia. I sintomi tendono a sovrapporsi a quelli di numerose comorbidità, anch’esse frequenti con l’età, anche grazie alla maggiore sopravvivenza legata ai progressi terapeutici.

Le principali motivazioni per cui è fondamentale parlarne sono:

  • Elevata incidenza nella popolazione anziana
  • Sottovalutazione e scarsa riconoscibilità dei sintomi
  • Presenza frequente di comorbidità che ne complicano la gestione
  • Disparità nell’accesso a trattamenti e cure adeguate in quanto il paziente è anziano
  • Rilevante impatto sociale ed economico
  • Ruolo centrale di educazione e prevenzione

SC e mortalità

La mortalità è simile nelle diverse tipologie di SC e comporta un’importante riduzione dell’aspettativa di vita, indipendentemente dal fenotipo osservato. A 10 anni la mortalità è dell’83% ed è complicata da malattie concomitanti. L’impatto è significativo anche per quel che riguarda ospedalizzazioni e riammissioni in ospedale. La fragilità del paziente anziano, presente nel 50% dei casi, rappresenta un aspetto clinico cruciale che richiede un’attenta valutazione multidimensionale. È fondamentale esaminare in modo integrato le condizioni fisiche, i parametri ematochimici, lo stato nutrizionale e le funzioni cognitive. Riconoscerla è essenziale non solo per la scelta terapeutica, ma anche per pianificare un follow-up adeguato e personalizzato, tenendo conto della vulnerabilità complessiva del paziente.

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Diventa fondamentale una diagnosi precoce di SC, accompagnata dalla prevenzione delle patologie che favoriscono l’insorgenza della disfunzione ventricolare. Un ruolo chiave è rappresentato anche dall’educazione del paziente e del caregiver, per garantire un monitoraggio attivo dei sintomi e una buona aderenza terapeutica, con l’obiettivo di intercettare precocemente i segnali di una possibile riacutizzazione.

Nel contesto della prevenzione:

  • Primaria, è essenziale mantenere lo stato di salute e prevenire l’insorgenza della malattia
  • Secondaria, si punta a evitare la progressione verso stadi più avanzati e la condizione di fragilità
  • Terziaria, si mira a preservare una qualità di vita accettabile, anche in presenza di una patologia cronica avanzata.

La terapia dello SC nel paziente anziano

Nel paziente anziano con scompenso cardiaco, la terapia deve iniziare precocemente a livello territoriale, con un approccio attento e a 360°. Il trattamento va sempre personalizzato, valutando attentamente rischi e benefici delle diverse molecole disponibili. Nell’impostazione dei quattro pilastri della terapia (ACEi/ARNI, β-bloccanti, MRA e SGLT2-i), è fondamentale monitorare regolarmente la funzione renale e gli elettroliti, poiché in questa fascia di età è frequente un deterioramento della funzione renale. Si raccomanda di iniziare con dosaggi bassi, titolando lentamente e con cautela, tenendo conto anche dei valori pressori e della frequenza cardiaca. In caso di iperkaliemia o peggioramento della funzione renale, oltre alla rimodulazione della terapia, può essere utile l’utilizzo di potassium binders. In base al fenotipo clinico del paziente, andranno poi considerate terapie aggiuntive (es. ivabradina, digossina, anticoagulanti, ferro). L’intero processo richiede un team multidisciplinare che includa cardiologo, internista, MMG, infermiere e OSS.

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